Teatro

PARIGI, Simon Boccanegra

PARIGI, Simon Boccanegra

Parigi, Opéra Bastille, “Simon Boccanegra” di Giuseppe Verdi SIMONE AL BALLOTTAGGIO Mentre i francesi erano chiamati al voto presidenziale, andava in scena all’Opéra Bastille un Simone Boccanegra di ambientazione elettorale, nell’interpretazione politica del regista Johan Simons. In una scena vuota e claustrofobica si scontrano i due antagonisti, rappresentati da gigantografie di propaganda che sormontano una tribuna elettorale. La scena è chiusa sui tre lati da tendaggi di lamè, décor da convention di partito, che isolano la scena politica dal mondo che si agita fuori; completano il quadro sedie rovesciate sul pavimento, evocative di scontri in atto e che verranno all’occorrenza impugnate come scudi. Il palco elettorale, grigio per Fiesco, rappresentante dell’ancien régime, si tinge d’arancio per Boccanegra, la speranza della plebe al potere. In una chiave di lettura che nega spazio al sentimento, i momenti “privati “ (i duetti d’amore, la scena dell’agnizione) si svolgono fuori scena, davanti al sipario o dietro la tribuna, che, ruotata, diventa ligneo patibolo per il traditore Paolo e luogo della riappacificazione per Fiesco e Simone. Nonostante la profonda aspirazione all’amore (amore padre-figlia, amore uomo-donna, amore come amicizia fraterna), la situazione politica degradata ha votato questo amore all’impossibilità, corrompendo la vita privata dei protagonisti, animati da rancori personali inseriti in un clima di radicata discordia. In questa scarna rappresentazione non trovano spazio gli elementi naturalistici presenti nella partitura musicale; il mare, il giardino e la mattutina brezza sono ridotti a timidi bagliori, vaghe onde di lamé. L’unico elemento scenografico sono i giganteschi manifesti elettorali dei due antagonisti che focalizzano lo sguardo del pubblico e degli stessi interpreti e che, a seconda dei momenti della vicenda, funzionano da spettro, interlocutore, specchio, fino a sovrapporsi l’uno sull’altro in un gioco di proiezioni, nel momento in cui Simone avverte l’oppressione del potere. Dmitiri Hvorostovsky, nella parte del protagonista, segue l’evoluzione del personaggio negli anni e da giovane portuale irruento si trasforma in uomo di potere controllato e grave, in abito manageriale e dal gesto sicuro, attento ad aggiustarsi il nodo della cravatta arancione come l’insegna di partito. Con splendida voce, profonda e brunita, disegna un personaggio carismatico e autorevole, magnetico sia dal punto di vista scenico che vocale. Specialmente nella scena del Consiglio trova grande varietà espressiva, aderendo alla mobilità orchestrale, e il suo “Ecco le plebi “ a braccia conserte con un sorriso a fior di labbra suona vincente. Personaggio pubblico chiuso nella propria solitudine, affronta la fine in piedi, immobile e composto, quasi a contrastare la morte e a nasconderne i segni, solo a sprazzi gli sfuggono inquieti sussulti e sguardi di paura. Olga Guryakova è un’ Amelia spontanea e adolescenziale, dalla voce potente e vibrante di timbro scuro e acuti sicuri. La voce suona talvolta un po’ gutturale e la dizione non sempre a fuoco. Franz Josef Selig/Fiesco ha voce autorevole e profonda, capace di espansione e al contempo morbida ed elegante; peccato che a voce così possente non corrisponda una figura altrettanto imponente, quanto piuttosto un grigio uomo di apparato dall’aspetto compassato e quasi pacioso. Il giovane Stefano Secco, con voce salda e estesa e buon legato, è stato un ottimo Adorno sul piano vocale e ha disegnato una figura credibile e febbrile. Efficace Franck Ferrari nella parte di Paolo, sordida figura che si muove strisciando, trascinandosi sulla scena col bastone. Per concludere Nicolas Testé, Pietro veloce e furtivo. Ottima l’orchestra dell’Opéra National de Paris, diretta da James Conlon, a cui è spettato il compito di descrivere ed evocare il fluire di dolcezza, amore, sentimento e natura presenti nella partitura, ma ignorati dalla regia. L’orchestra rende fisicamente avvertibili i fremiti della brezza e dell’onda e con buoni passaggi cromatici accompagna i momenti drammatici caratterizzati da forti sentimenti. Buona la prestazione del Coro dell’Opéra diretto da Peter Burian. Fuori dal teatro giganteschi e reali sorrisi elettorali attendevano il voto popolare. Visto a Parigi, Opéra Bastille, il 6 Maggio 2007 ILARIA BELLINI